KINDNESS E INNOVAZIONE: UNA RELAZIONE FORTE QUANTO INASPETTATA

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Curioso a tempo indeterminato, portatore sano di gentilezza” così ama descriversi Alessio Cuccu, citando le parole di un suo amico in cui si rispecchia pienamente. Ingegnere dei materiali , appassionato di design thinking, l’ultimo anno passato interamente a Londra dopo aver speso i due precedenti tra Londra e Venezia ed essersi occupato per oltre15 anni di  innovazione, design e ricerca in Italia. Lo incontriamo, noi di KINDNESSforBusiness, per intervistarlo, incuriositi dall’abbinamento Kindness – Innovation, che è alla base della sua proposta e del suo sito “Kindnovate – nudge the change”.

Come contribuisce la gentilezza all’innovazione? Ci siamo chiesti subito e le parole sul suo sito ci spingono ad approfondire. Ogni innovazione porta con sé un cambiamento da affrontare; ogni cambiamento, grande o piccolo che sia, genera delle frizioni che necessitano di impegno e sforzo affinché vengano superate e risolte. Uso la gentilezza per facilitare i progetti innovativi, per questo “nudge the change”, una spinta gentile per il cambiamento.

Con Alessio diamo inizio a un ciclo di interviste, incontri di approfondimento su temi, valori e pratiche correlate al tema della gentilezza nelle organizzazioni in senso lato.

Alessio buongiorno! Ci parli del tuo percorso? Ci racconti cosa fai?
Il mio percorso è lungo, variegato e non proprio comune! Mi sono laureato come ingegnere dei materiali nel 2001, già nella tesi avevo scelto un tema non comune: i materiali innovativi. Da cui poi è nata una attività di consulenza che si è concretizzata in una start up di ingegneria dedita alla ricerca e al trasferimento tecnologico dei materiali innovativi, MaTech. Dopo 8 anni di consulenza alle imprese, sono entrato in Lago S.p.A., l’azienda di Padova che produce mobili di design; nei primi quattro ho partecipato con il team R&D, allo sviluppo di molti progetti innovativi, poi, negli anni a seguire ho collaborato in affiancamento al Chief Design e Direzione Generale nel comitato strategico. Dei tanti bei progetti seguiti in Lago, amo sempre ricordarne due; il primo è legato all’innovazione di prodotto, ed è l’armadio “Et Voilà”, un “armadio in tessuto”; il secondo progetto è invece legato ad un’innovazione del modello di business  e veniva descritto sinteticamente con la frase “portare la casa, fuori dalla casa”; il limite imposto dalle mura domestiche  è stato superato portando  l’atmosfera di casa negli uffici, negli alberghi, nei ristoranti, nelle scuole, negli ospedali.; un progetto trasformativo,  veramente innovativo.
Poi, dopo tre anni come pendolare tra il Veneto e Londra ho deciso di raggiungere mia moglie che aveva trovato là un super lavoro. Così ho fatto la scelta di seguirla. Diciamo che è stato un atto concreto di Kindness! Mi sono mosso io. Peraltro venivo a Londra, non è che mi andasse male…
Oggi faccio consulenza in senso allargato. Sono un consulente di innovazione ma ho scoperto negli anni, con l’esperienza sul campo, l’importanza di alcuni ingredienti indispensabili all’innovazione: la sostenibilità ambientale, le persone e la costruzione dei team.
L’azienda si confronta con me sulla parte delle risorse umane e dei processi, uso le mie ricerche sugli strumenti di innovazione e le mie esperienze sul tema per facilitare prima la comprensione e poi la creazione di un mindset fertile per l’innovazione e innescare così le azioni efficaci al far sì che l’innovazione non venga limitata da prese di posizione e/o modi di fare consolidati nel tempo. Dedico tempo e presenza per definire i parametri utili per il bene dell’azienda.

Come sei arrivato a diffondere la KINDNESS nell’ambiente professionale?
Quando mi sono trasferito a Londra nel 2018 ho fatto un anno sabbatico in cui ho connesso molti puntini che facevano parte del mio vissuto. Ho riconosciuto che la gentilezza facesse parte di me e ho messo a fuoco il mio angolo di visuale specifico: la gentilezza per l’innovazione. Così è nato “Kind Innovation” prima, diventato “Kindnovate, nudge the change” in questo 2020.
Ho iniziato a studiare e ad approfondire il tema. Nasce dalla considerazione che l’innovazione è un cambiamento e richiede sforzo, l’ho imparato in MaTech dove eravamo in pochi e dovevamo costruire qualcosa di nuovo.  Bisogna metterci energia, impegno, tempo, darsi degli obiettivi, trovare il tempo per pensarli, condividerli. Devi soprattutto accettare l’ambiguità del “nuovo” con una grande tolleranza, per portare i risultati. Nell’innovazione, se non c’è gentilezza si fa presto ad avere uno che dice cosa fare e gli altri devono eseguire e basta. E questo non funziona, si arriverà anche a un risultato ma non ad una innovazione rilevante. L’innovazione poi non sempre riesce ad essere continua, perché è un’attività “time consuming” e “mind consuming”; sono poche le aziende al mondo che possono permettersi di innovare senza soluzione di continuità, e il più delle volte si tratta di grandi aziende Corporate; nelle PMI le risorse time e mind sono limitate e per questo occorre capire quando si sta attraversando un momento fertile, da sfruttare per l’innovazione e quando si è in un momento di consolidamento del business, delle innovazioni già sviluppate in precedenza.


Ecco questo è un punto da approfondire, la Lean ci porterebbe a pensare che l’innovazione sia continua e incrementale. Tu cosa ne pensi e come incide su questo la gentilezza?
Toyota nel portare avanti piccoli step incrementali si muove nel manufacturing in modo umile e gentile, l’operaio viene ascoltato, è paritario. E’ un mondo kind come lo definisce Robin M. Hogarth nel suo paper, studiato in questo anno, “The two settings of kind and wicked learning environments” in cui definisce gli ambienti gentili di apprendimento (kind learning environments) e in contrapposizione gli ambienti “wicked” malvagi, in cui le informazioni non circolano facilmente e l’apprendimento va scoperto, non deriva dalla semplice ripetizione di un’esperienza.
Nel primo tipo di ambiente tu sai cosa devi fare, quello che fai oggi è identico o molto simile a quanto fatto ieri e a quanto farai domani; le deviazioni dallo standard sono limitate. La crisi viene quando non ci sono più regole, quando per innovare bisogna cambiare i modi di procedere, usare l’umiltà di liberarsi della super conoscenza, essere capaci di pensare, e di pensare che non sai niente anche se sei un super esperto. Come dicono gli orientali è il vuoto che fa lo spazio.Ma non tutti hanno voglia, capacità e “mindset” per farlo, per accettare l’ambiguità. La Kindness ci aiuta nel muoverci e affrontare l’ignoto.

Molto interessante questa polarità fra ambienti gentili e ambienti “malvagi”.  Ci sono altre letture o esperienze da cui hai tratto ispirazione?
Collegato al tema che stavo accennando, senz’altro il libro Range. Why generalists triumph in a specialized world di D. Epstein sulle figure generaliste.  Il generalista non è il tuttologo, è quasi un mindset, per attivare connessioni sensate non posso essere rigido sulla mia specializzazione. L’esperto deve essere facilitatore, cercare un linguaggio comune e sviluppare le conoscenze del gruppo. Il mondo dei super esperti che magari fanno a gara fra loro non è un mondo kind. Il generalista è più rilevante nella società attuale perché la natura “wicked” dei problemi del mondo moderno richiede esperienza e conoscenza di connessione di elementi provenienti da campi diversi per trovare soluzioni innovative.
E’ un tema che mi ha molto colpito e fra i miei strumenti ho creato ed uso una matrice che mette insieme gli ambienti kind o wicked da un lato e dall’altro le persone generaliste o esperte. Mi aiuta a capire il punto di partenza dell’organizzazione per affrontare l’innovazione (v. immagini matrice).
Altra fonte di ispirazione, sempre giapponese e un po’ contrapposta a Toyota, è Honda che organizza dei momenti creativi dove un senior si chiude in una stanza con tanti giovani per risolvere un problema, anzi per generare idee. Se ne parla nel libro “Driving Honda” che è veramente un bel libro. Le hanno chiamate “Waigaya”, dal suono di tante persone che parlano animatamente in un flusso generativo di idee. La gerarchia è fuori dalla porta e il confronto, anche quando acceso, riesce ad essere autentico, sentito, privo di sovrastrutture, efficace e “gentile”.

Lo facevano anche in Dupont, azienda gerarchica ma che per la fase creativa prevedeva queste “bolle creative” di cui parli, in cui la gerarchia era lasciata fuori dalla porta, tanto è vero che Gore, creando Gore-tex, decide che deve essere una caratteristica di tutta l’azienda
Si infatti e posso anche nominare Sathya Nadella, il CEO di Microsoft. Lui usa la gentilezza per cambiare l’azienda dall’interno, dopo Steve Ballmer che giocava sul piano della competizione e della guerra ai concorrenti. Appena nominato CEO, Nadella dicono abbia regalato a tutti i suoi primi livelli il libro di Marshall Rosenberg sulla comunicazione non violenta, prima di partire a impostare la Microsoft del futuro. Anche lui un orientale, di origini indiane. Torna questa differente impostazione che viene dall’oriente, ma spunti di innovazione vengono anche dall’Africa, dal Sudamerica. Tutti questi sono ambienti kind di ispirazione. Gli innovatori vanno anche a cercarsele le esperienze ispirative.

Quindi la Kindness è il “fil rouge” della tua concezione dell’innovazione nel senso che favorisce l’inclusione, per una maggiore ricchezza e portata trasformativa dell’innovazione. Ma esiste un limite secondo te alla gentilezza in azienda?
Credo che in contesto aziendale sia importante dividere le cose. Il caso Netflix è indicativo. Bisogna distinguere fra le tue risorse operative e le tue risorse creative. In contesto operativo sai che le cose vanno fatte in dato modo. Lì non c’è bisogno di una grande tolleranza verso l’ambiguità, è gentile l’azienda che usa la specializzazione sulla tematica, senza mettere in difficoltà le persone su tematiche nuove. È fondamentale riconoscere l’ambiente e le persone per evitare che soffrano. Netflix dice che non tutti hanno voglia di essere propositivi ed è gentile chiederlo. A volte si fa fatica a voler portare tutti sulla barca e non è più gentile.
A volte mi chiedono cosa vuol dire impersonare una sorta di Chief kindness officer. Ed è difficile affrontare la gentilezza in azienda perché fa emergere tante immagini negative, la gentilezza come noiosa o come debolezza o comunque perdente nel business. Quindi l’apporto della diffusione in azienda della gentilezza dovrebbe portare uno shift di paradigma da “Mors tua vita mea” a “Vita tua Vita mea”. La versione latina aulica del Win-win.

Sei italiano e vivi a Londra. L’interculturalità è un altro aspetto del tuo lavoro che ci piace sottolineare dato che anche noi in K4B nasciamo interculturali. Hai percepito diverse accezioni della Kindness fra l’Italia e Londra?
Il Covid sta mettendo la gente alla prova in un mondo ambiguo e non continuo.In questo anno sono nate tante iniziative, società, non profit legata alla gentilezza. E non è un caso. La gente capisce che per affrontare seriamente una situazione complessa serve la gentilezza. Percepisco delle differenze culturali ma è ancora presto per esprimermi. Direi “lavoro ancora in corso” ma una cosa certa è che in azienda puoi scegliere. Il Covid non ti concede di scegliere.

Per concludere ti proponiamo di scegliere due carte nel mazzo di circa 50 carte che abbiamo creato per rappresentare il KINDNESS Universe di una organizzazione, ossia tutte le diverse accezioni della gentilezza che sono parte del DNA dell’organizzazione, ti proponiamo di sceglierne una che ti risuona molto e una che ti sorprende, che non ti aspetteresti.
Tra tutte quelle che avete selezionato sono incuriosito della carta “Abbondanza”, la trovo interessante anche se per l’innovazione a volte è più efficace avere dei limiti per sviluppare la creatività. Pensandoci quella in cui mi ritrovo di più è la carta “Autenticità” perché la collego anche all’essere gentili verso sé stessi, a non indossare una maschera. E la collego alla felicità e al sentirsi utili, tutti aspetti della kindness.

L’AUTORE

Alessio CUCCU is : Chief Kindness Officer | Full time curious | natural carrier of kindness | inspired by inspiring #KINDINNOVATION.

KINDNESSforBusiness
KINDNESSforBusiness intends to promote and to disseminate knowledge in order to help change makers and leaders to try new practices, new tools but most of all a new mindset to craft surroundings and organizations more human-centered but also more planet-centered and improve their business and impact.
http://www.kindnessforbusiness.org

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